Domande e risposte

La società che gestisce la centrale del Mercure è impegnata nella trasparenza e nel dialogo con il territorio.
Il responsabile della Centrale risponde alle domande che possono essere poste attraverso il seguente modulo.

Le risposte di interesse generale saranno pubblicate in questa pagina.

Le biomasse per la centrale come si fa a sapere da dove arrivano?

Affinché un conferimento di biomasse venga approvato, tutta la documentazione necessaria viene raccolta e verificata da tecnici professionisti del settore, che ne certificano così l’origine. Insieme a Confapi Calabria, è stato inoltre strutturato un rigoroso sistema di monitoraggio sull’origine delle biomasse grazie a controlli incrociati anche con altri impianti.

Circa il 10%, di biomassa arriva dagli scarti dell’agricoltura. Una percentuale in crescita anche grazie alla modifica autorizzativa ottenuta dalla Regione Calabria. Viene risolto così un importante problema per i coltivatori. La biomassa rimanente proviene dalla manutenzione boschiva

Quasi la metà delle biomasse (45%) proviene da meno di 70 chilometri di distanza. Il 40% circa tra i 70 e i 150 chilometri e il rimanente da una distanza maggiore. Non arriva biomassa tramite nave.

Tra gli obiettivi c’è la continua riduzione della distanza di approvvigionamento delle biomasse, l’incremento della quota che proviene dalla filiera agricola in piena sintonia con l’utilizzo a cascata del legno. Difatti nel corso degli anni, e in particolare dal 2021, c’è stato un costante incremento delle biomasse residuali e la riduzione dei conferimenti forestali. Questi ultimi provengono in quota significativa da boschi certificati PEFC.

Quali vantaggi porta la Centrale agli agricoltori?

Senza la Centrale migliaia di tonnellate di biomasse provenienti dall’agricoltura diventerebbero rifiuto o rimarrebbero sul terreno, con incendi o abbruciamenti a bordo campo e importanti emissioni di CO2 non controllate che così vengono evitate. Queste biomasse storicamente hanno costituito un problema e un costo per gli agricoltori, ma grazie alla centrale possono diventare fonte di reddito grazie alla loro valorizzazione.

Chi misura le emissioni della centrale e l’inquinamento prodotto?

La collocazione delle dieci stazioni di rilevazione è stata definita all’interno dell’autorizzazione. I dati sono controllati e validati dall’Agenzia regionale per l’ambiente della Calabria, Arpacal.

Il controllo delle emissioni in atmosfera soggette ai criteri previsti dal D.lgs 152/06 – Allegato VI – Parte V, viene effettuato con strumentazione certificata UNI EN 14181 e UNI EN 15267, in grado di garantire il monitoraggio in continuo dei principali parametri: NOx, CO, SOx, COT, O2, temperatura, portata fumi. La strumentazione è soggetta a controlli e tarature, annualmente (QAL2, AST) effettuate da laboratori esterni certificati Accredia, trimestralmente (QAL3) a cura del personale specialistico interno.

Come vi comportate con la biomassa che proviene dalle aree incendiate, con incendi che sono anche dolosi?

La scelta aziendale è di non utilizzare mai e in nessun caso materiale che proviene da luoghi percorsi dal fuoco.

L’osservatorio che vi controlla è pagato da voi, come può essere credibile?

Il finanziamento dell’osservatorio ambientale è un onere stabilito dall’accordo di compensazione del 2014 previsto nell‘Autorizzazione Unica all’esercizio dell’impianto. La società ha l’obbligo di finanziamento e pertanto non può influire sulle decisioni dell’osservatorio non avendo alcun potere di revocarlo o sospenderlo.

Link agli studi dell’osservatorio: https://osservatorioambientalemercure.it/attivita/

La centrale è dannosa per la biodiversità del parco?

I dati rilevati dai biosensori posti nel Parco non indicando influenze specifiche della Centrale.

Perché una centrale elettrica in un parco naturale quando la Calabria produce più di quanto consuma?

La Calabria ha un surplus di produzione perché c’è anche la presenza di centrali da fonte non rinnovabile. La centrale del Mercure produce energia da fonte rinnovabile che soddisfa le necessità del 55% degli abitanti dell’area del Pollino (dati del gestore della rete elettrica Terna). Insieme alle altre centrali a energia rinnovabile contribuisce a rendere la Calabria una regione interamente basata su energia verde.

 Il consumo calcolato annuo della sola Area Parco nel 2018 è stato pari a circa 505 GWh, soddisfatto per il 49,7% (Basilicata 87,1%, Calabria 28,1%) da fonte rinnovabile (biomasse, eolico, fotovoltaico, idrico) e per il restante 50,3% da termico tradizionale. 

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